"Dicono che
il tempo cambi le cose. In realtà devi farlo tu stesso."
A. Warhol
Non riesco a
stare al passo con gli aggiornamenti del blog, ho una marea di foto e mai
abbastanza tempo per scrivere qualcosa. Non riesco a stare al passo neanche con
la mia vita, ma quello è un altro discorso.
E’ arrivato
settembre, il mese di transizione che ancora brilla dei colori dell’estate pur
annunciando l’arrivo imminente dell’autunno. Presto sarà di nuovo freddo, il
buio calerà ad accorciare le giornate, la frenesia dell’estate sarà solo un
ricordo.
Ho voglia di
vedere la nebbia che sale dai campi e di scorgere l’orizzonte ogni volta che mi
affaccio alla finestra. Quasi nessuno capisce quanto possa essere traumatico
crescere in un posto isolato per più di vent’anni, respirare sempre aria
pulita, uscire dalla porta e non incontrare mai nessuno se non il silenzio
della natura e lo scodinzolio dei propri animali, ma soprattutto…affacciarsi
alla finestra e vedere l’orizzonte. Niente palazzi, traffico, strade, muri. L’orizzonte.
La linea
nitida che traccia il confine tra il fango e le stelle. L’abisso invisibile
dove il sole va a morire. La culla dorata di ogni nuova alba.
Sì, sembrerò
pazza o forse viziata, ma ho capito una cosa semplicissima di cui non posso
fare a meno: io esigo vivere dove posso vedere il confine tra cielo e terra.
E voglio il
mare, ho bisogno del suo frastuono e della sua immensità. Non mi importa se
dall’altra parte c’è solo smog e cemento, ma almeno da una finestra lasciatemi
vedere il mare.
Mi sono
sempre sentita un animale in gabbia, per le più svariate ragioni. Ma non sapevo
che il peggio doveva ancora venire. Soffro, in questa città, in questa
micro-casa. Adoro il mio compagno e il nostro modo di stare insieme, ma ho
bisogno di sapere che prima o poi ce ne andremo via.
Sono
insofferente, succede sempre quando le stagioni cambiano. Devo trovare il modo
di adattarmi cambiando pelle, e più gli anni passano e più diventa difficile.
Padova offre
molto meno di quanto pensassi. Con il lavoro è sempre la stessa storia:
contratti brevi, tirocini senza paga, colloqui su colloqui e sempre quella sensazione
di essere falliti pur senza meritarlo.
Cerco di
farmi strada in ogni modo, accetto qualsiasi lavoretto, coltivo passioni che
potrebbero diventare redditizie, ma non vedo mai la luce in fondo al tunnel. E ovviamente
siamo sempre al limite della sopravvivenza. Non so nemmeno come arriveremo alla
fine di quest’anno.
Vorrei poter
spegnere la testa almeno per un po’. Niente più impegni, responsabilità,
pensieri continui e assillanti. Niente vacanze quest’anno: zero soldi. Non mi
sono fermata mai. Credo che a breve impazzirò.
A proposito
di mare e orizzonti. Dopo assillanti richieste durate circa un anno finalmente
ho convinto l’uomo ad andare a Trieste (e con l’occasione vedere anche Duino).
Avevo nella mia testa il ricordo di una città stupenda, molto nordica, spaziosa,
vivibile, piena di cose da fare e da vedere. E nel cuore la memoria di qualcosa
che mi era entrato dentro profondamente, forse per via del vento furioso che
agitava il mare, o semplicemente perché mi ero riempita gli occhi di un
orizzonte immenso.
In ogni
caso, tornarci è stato un sogno. Il mare era placido stavolta, niente onde
violente né freddo. C’erano un bel sole estivo e una piacevole brezza. Un
paesaggio mozzafiato, un tramonto magnifico, le tracce di colui che porto nel
cuore, e la voglia di restare semplicemente per sempre là.
Avere le
idee così chiare, su ciò che si desidera e su ciò che si è…una sensazione che
non provavo da tanto tempo. Ripercorrere le orme di Rilke ha risvegliato in me
la certezza delle mie più profonde radici, e la vista del tramonto sul mare,
mentre accanto avevo l’uomo che amo, mi ha dato anche la certezza di come
voglio il mio futuro.
Devo
imparare a prendermi quello che mi spetta.
"Gli occhi della principessa bianca hanno dimenticato il
mare, non guardano oltre la nera figura dello straniero che resta, al pari di
lei, immoto. E il suono dei remi torna a farsi più sommesso e si perde nel frangersi
pesante della risacca. La facciata del castello comincia ad estinguersi. Si
sente che il sole affonda nel mare."
R. M. Rilke
"A noi resta forse un albero qualunque sul pendio,
che ogni giorno rivediamo; ci resta la strada di ieri ed anche il deformato
attaccamento ad un’abitudine, che è penetrata in noi, e rimase e non se ne
andò."
R. M. Rilke