"Tu sei quel respiro che mi toglie ancora il fiato...il solo nome che mi viene, come cerco le parole..."
Navigo tra flutti tranquilli e docili maree, accarezzando le onde senza infrangerle, illuminandomi del sole che dal suo riflesso sull’acqua mi sorride.
Cerco ombre rassicuranti in cui trovare riparo, e spingo i pensieri verso il cielo, dove possono esser catturati da ali di gabbiano.
Pettino i miei capelli con quel sollievo di vento che gonfia le vele stanche, e che danzando sulle onde increspa il mare. Sussurro alla brezza leggera di aiutarmi ad andare.
Tempeste lontane di tanto in tanto oscurano il cielo, talvolta sospinte da venti di bufera si avvicinano pericolosamente al cuore.
Intransigenza che cresce e incessante fluire: la marea altalenante culla i sogni che nessuno potrà esaudire.
Un solo porto sicuro aspetta sempre al di là del mio vagare, su bianche coste d’avorio protese verso il mare.
Spiagge cosparse dell’oro di un tramonto che si trasforma in alba attendono per riposare l’anima stanca.
Sono le isole fortunate che non hanno sito, la voce di qualcuno che mi parla ma che se ascolto tace.
Sono la terra alla fine del mondo che mi appartiene. Il mio mare in tasca che non cesserà mai di gridare.
“…noi ci perdemmo dentro il rosso di un tramonto,
fino a gridare i nostri nomi contro il vento.
..è troppo bello per essere vero.
Amore mio, ma che gli hai fatto tu a quest’aria che respiro?
E come fai a starmi dentro ogni pensiero?
Ma che cos’hai tu di diverso dalla gente?
Di fronte a te che sei per me così importante
tutto l’amore che io posso è proprio niente.
Sul mondo che girò danzando un’altra ora
sparimmo stretti in fondo all’ombra della sera.
Stavamo lì e ci mancavamo già da allora.
Io e te, con tutto l’amore che posso,
l’amore che posso…”