Niente, volevo dire che ho finito, che la cattiveria non ha limiti, e che vado in Svezia!!
Appena mi riprendo metto le foto
*Update*
Fine
di un’epoca, di qualcosa che apparteneva a un tempo passato, a una fase
della mia vita che aveva già conosciuto la parola fine. C’è un tempo
per ogni cosa, e quando si decide di cambiare, di crescere, di
attribuire importanza ad altro, diventa sempre più difficile tirarsi
dietro gli strascichi di qualcosa che è rimasto incompleto.
Ho
finito perché lo dovevo a me stessa e a poche altre persone. Ma non
c’era più niente di mio, niente che mi interessasse davvero. Tutto quel
che mi legava all’università apparteneva a noi due, una volta crollati
sogni e promesse niente aveva più senso. E’ stata dura rimanere in
carreggiata da sola, ogni cosa mi pesava doppiamente. Impegni opprimenti
e memorie difficili da scacciare ce l’hanno messa tutto per rendermi le
cose più difficili del previsto.
Ho
odiato la mia tesi, con tutte le mie forze. Ho odiato dover scegliere
un professore “libero” invece che un professore che insegnasse la
materia che a me interessava, ho odiato dover fare una tesi “imposta”,
ho odiato dovermi occupare di una rivista mai studiata neanche
dall’ultimo degli stronzi.
Nonostante
questo ho fatto del mio meglio, come sempre. Ho sputato sangue e veleno
per riuscire a finire, eppure ogni volta c’era sempre qualcosa che mi
metteva i bastoni tra le ruote.
E’ stata un’odissea senza fine e
senza tregue. La pesantezza che sentivo addosso nel trascinarmi alle
spalle quel fardello sembrava attirarmi addosso tutte le possibili
congiunture nefaste.
Fino
all’ultimo è stata un’agonia, fino a tre giorni prima della
discussione, quando una correlatrice improvvisata ha deciso di darmi la
mazzata finale. Non so cosa mangi la tizia in questione per esser così
acida, né quali altri problemi le causi l’evidente mancanza di contatto
con il mondo reale, il fatto è che qualcuno prima o poi dovrebbe
prenderla a cazzotti in faccia fino a farle capire come ci si comporta
con le persone.
Poco male se mi ha fatto passare gli ultimi tre
giorni d’inferno che mi hanno fatto definitivamente odiare l’università e
la gente che ci lavora, l’importante è averle chiuso la bocca alla
discussione e non avere alcun rimpianto.
Ho
il mio bel foglietto di carta con cui fare aeroplanini da lanciare
verso l’oblio della disoccupazione perenne, e un voto che fa tanta scena
per niente.
Ho finito, solo questo importa. L’università era l’unico
aggancio che ancora avevo con la mia vita precedente. Adesso non c’è
più nulla ad ancorarmi al passato. Ora la parola fine è perentoria e
definitiva.
Ad
essere sincera la soddisfazione non è stata poi molta, avevo raggiunto
una saturazione tale che soltanto il senso di liberazione poteva
impadronirsi di me una volta finito tutto.
Liberazione
da un incubo, e al contempo possibilità di avere accanto a me le
persone più importanti della mia vita. Tutte le persone importanti…anche
quelle che accanto a me non ci sono più.
E’
stata una festa memorabile per me. Peccato per la sbronza epocale che
ha reso le mie memorie alterate, ma se c’è una cosa di cui sono certa è
di esser stata felice.
Felice
di avere attorno facce amiche, di vedere gli sforzi fatti per rendermi
speciale la serata, di commuovermi leggendo dei bigliettini meravigliosi
e urlare di gioia aprendo il biglietto aereo per la Svezia.
Felice
perché tutto quello di cui ho sempre avuto bisogno era lì, condensato
negli sguardi delle persone che amo, negli abbracci pieni di entusiasmo e
di voglia di dire tutto quello che le parole ci metterebbero troppo ad
esprimere.
“We walked the narrow path,
beneath the smoking skies.
Sometimes you can barely tell the difference
between darkness and light.
Do you have faith
in what we believe?
The truest test is when we cannot,
when we cannot see.
I hear pounding feet in the,
in the streets below, and the,
and the women crying and the,
and the children know that there,
that there’s something wrong,
and it’s hard to belive that love will prevail.
Oh it won’t rain all the time.
The sky won’t fall forever.
And though the night seems long,
your tears won’t fall forever.
Oh, when I’m lonely,
I lie awake at night
and I wish you were here.
I miss you.
Can you tell me
is there something more to belive in?
Or is this all there is?
In the pounding feet, in the,
In the streets below, and the,
And the window breaks and,
And a woman falls, there’s,
There’s something wrong, it’s,
It’s so hard to belive that love will prevail.
Oh it won’t rain all the time.
The sky won’t fall forever.
And though the night seems long,
your tears won’t fall, your tears won’t fall, your tears won’t fall
forever.
Last night I had a dream.
You came into my room,
you took me into your arms.
Whispering and kissing me,
and telling me to still belive.
But then the emptiness of a burning sea against which we see
our darkest of sadness.
Until I felt safe and warm.
I fell asleep in your arms.
When I awoke I cried again for you were gone.
Oh, can you hear me?
It won’t rain all the time.
The sky won’t fall forever.
And though the night seems long,
your tears won’t fall forever.
It won’t rain all the time
The sky won’t fall forever.
And though the night seems long,
your tears won’t fall, your tears won’t fall,
your tears won’t fall
forever.”
(Jane Siberry - It Can’t Rain All The Time)
Anche se la notte sembra lunga..
Non può piovere per sempre.