"Prima che siano trenta, è giunto il momento di completare la triade."
Così parlò Lunacy.
E quando mi metto in testa una cosa la faccio, non c'è scampo! Ho deciso molti anni fa che avrei fatto tre tatuaggi. Un numero perfetto, perfetto quanto basta per rappresentare le cose importanti per me. Sapevo che avrei finito l'opera, nel tempo, non sapevo quando, non sapevo come, ma avevo le idee chiare sui significati che volevo inscrivere sopra e sotto la pelle.
A volte mi chiedo se ho fatto male a lasciar trascorrere così tanti anni prima di realizzare il progetto completo, ma a giudicare da come il significato del secondo si è evoluto e ha trovato nuova forma nella volpe funambola, credo sia un bene osservare come maturano le idee assumendo linee inaspettate.
Mancava l'Aurin, mancava...fino a poche ore fa.
Di nuovo i primi giorni di marzo, come tradizione vuole. Mi hanno persino spostato l'appuntamento che doveva essere a fine febbraio. E poi non venitemi a dire che sono una visionaria se le date continuano a coincidere anche contro il mio volere, se le ricorrenze mi perseguitano, se ogni anno a febbraio annego e a marzo riprendo a respirare.
"Due serpenti che si mordono le code in un perenne girotondo: Aurin realizza i sogni. Tutti i sogni.
In un circolo in cui Gioia e Dolore iniziano e finiscono nello stesso modo, parti non divisibili della stessa essenza.
Aurin è la guida nella lotta contro il Nulla che distrugge Fantàsia.
Perchè niente è più forte di un sogno. Di un desiderio. Di una speranza.
Aurin è il sogno primordiale, la goccia di vita che dopo la distruzione ricrea."
Aurin è stato anche il nome del mio alter ego, della sognatrice, della cacciatrice indomita che scalciava nella mia mente e non trovava forma della realtà.
Sono riuscita a diventare un po' lei, negli anni, e contemporaneamente ho smesso di sognare pur continuando a camminare su una fune.
Sono una somma contorta di paradossi che non si risolvono mai, e credo nei sogni con la stessa forza con la quale poi li distruggo.
E' un Aurin rovinato, non risplende, sta cadendo a pezzi.
Ma è pur sempre lì, a ricordarmi che senza i desideri non sono nulla.
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