~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

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martedì 26 febbraio 2013

Desassosego - un Pozzo che fissa il Cielo

"Il mio carattere è del genere interiore, autocentrico, muto, non autosufficiente, ma perduto in se stesso."



Ricorrenze. Gli anni sono passati, avidi e frettolosi nel loro incedere. Erano i primi giorni di marzo, e così sarà anche stavolta.
Avevo sempre desiderato un segno indelebile sulla mia pelle, ma ero convinta che l’unico soggetto che potesse andar bene per sempre dovesse per forza essere qualcosa che riguardasse sé stessi, soltanto sé stessi.
Poi invece mi sono innamorata.

“I have dwelled in the dark so long that I have become the night.”

Ti ricordi quando ti ho chiesto di disegnare la mia ombra? L’hai fatto anche se continuavi ad insistere perché io non facessi quella “follia”. E l’hai creata perfetta, esattamente come la volevo.

Una sagoma nera, una creatura fantastica, estranea al reale, aliena, nata senza possibilità di vivere normalmente, adagiata su una luna completamente buia.
Una creatura dotata di ali, ma troppo grandi per non esser goffa. Solo un’ombra malinconica, solitaria come la luna. Una luna che mostra la sua faccia buia.
L’unica luce viene da una stella sperduta: il mio faro nell’oscurità.

Volevo sulla pelle la mia ombra, la mia gemella rinnegata. Lei che mi sta sempre alle spalle, lei che è morta, lei che porto ancora con me, lei che nessuno riusciva mai a trovare.
E volevo che parlasse di me, e di te, e di come l’amore cambia la vita.
Volevo un simbolo, un custode silenzioso che vegliasse proprio lì dove io non riuscivo a vedere.

A distanza di tempo mi chiedo se lo facciano apposta le cose ad assumere significati diversi, tutti in egual modo valevoli, man mano che l’esistenza evolve e si trasforma. Quel che un tempo vegliava, ergendosi a simbolo di una luce nelle tenebre, è adesso tornato all’essenza sua originaria: un’ombra alle spalle.
Un’ombra che svanisce inesorabilmente con il tempo, ma che non dimentica il giorno in cui qualcuno l’ha trovata. E se scompare non è perché si perde, ma perché si nasconde sotto la pelle che si è fatta suo mausoleo.
Ancora oggi mi piace ricordarmi di lei, perché ogni tanto sento la sua voce, che riecheggia nell’oscurità in cui l’ho relegata.

Questa volta sarà il tempo di Neve, della Volpe funambola, del mio Desiderio. Tutto insieme, come tutto è parte di me.
Sì, perché poi mi sono innamorata di nuovo.



"Confessa pure; ma confessa ciò che non senti. Libera pure la tua anima dal peso dei suoi segreti raccontandoli, ma meglio sarebbe se il segreto che racconti non lo avessi mai rivelato. Mentisci a te stesso prima di raccontare quella verità. Esprimersi è sempre sbagliare."




“Neanche dipingendo questo vetro di ombre colorate nascondo a me stesso
il rumore della vita altrui mentre la guardo dal lato opposto.”




“La banalità mi tormenta. Stanco, chiudo le imposte delle mie finestre, escludo il mondo e per un momento ho la libertà.”




“C’è una grande stanchezza nell’anima del mio cuore. Mi intristisce
colui che non sono mai stato e non so che specie di nostalgia sia il
ricordo che ho di lui. Sono caduto addosso alle speranze e alle
certezze, con tutti i tramonti.”




“Non so chi sono, che anima ho. Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste.”



“Se il mondo può essere considerato un’illusione e un fantasma, tutto quello che ci succede possiamo considerarlo un sogno, qualcosa che ha finto di esistere mentre stavamo dormendo. E
allora nasce in noi un’indifferenza sottile e profonda verso tutte le disgrazie e le sciagure della vita.”




"La sete di essere completo mi ha lasciato in questo stato di inutile pena. La futilità tragica della vita."


- F. Pessoa -

mercoledì 25 luglio 2012

Un tramonto è un fenomeno intellettuale




Tutta la vita dell’anima umana e’ un movimento nella penombra. Viviamo in un’incertezza della coscienza, mai sicuri di ciò che siamo o di ciò che crediamo di essere. Nei migliori di noi c’è la vanità di qualcosa e c’è un errore di cui non conosciamo l’angolo.

Siamo qualcosa che accade nell’intervallo di uno spettacolo; a volte, attraverso determinate porte, intravediamo quello che forse è soltanto lo scenario. Tutto il mondo è confuso come voci nella notte.



E’ in queste ore di abisso dell’anima che il più piccolo particolare mi opprime come una lettera d’addio. Mi sento costantemente alla vigilia di un risveglio, mi procura sofferenza l’involucro di me stesso, in un soffocamento di conclusioni.



Di buon grado griderei, se la mia voce giungesse da qualche parte. Ma c’è un grande sonno in me che si sposta da sensazione a sensazione come una successione di nuvole, di quelle nuvole che cospargono, dei diversi colore di sole e di verde, l’erba maculata di ombre dei vasti campi.

Sono come qualcuno che cerca a caso,non sapendo dove sia stato nascosto l’ oggetto che non gli hanno chiarito cosa fosse.
Giochiamo a nascondino con nessuno.



All’improvviso ho sentito per quell’uomo qualcosa di simile alla tenerezza.
Ho sentito in lui la tenerezza che si prova per la comune normalità umana, per la banale quotidianità del capofamiglia che va al lavoro, per il suo umile e allegro focolare, per i piaceri allegri e tristi di cui necessariamente è fatta la sua vita, per l’innocenza di vivere senza analizzare, per la naturalità animalesca di quelle spalle vestite.



La sensazione era esattamente identica a quella che ci assale di fronte a qualcuno che dorme. Tutti coloro che dormono sono di nuovo bambini.

Forse perché nel sonno non si può fare del male e non ci si accorge della vita per una naturale magia, anche il peggior criminale o il più assoluto egoista nel sonno diventano sacri.
Credo non ci sia differenza tra uccidere un bambino e uccidere qualcuno che dorme.



E le spalle di quest’uomo dormono. Tutto lui, che cammina davanti a me con un passo uguale al mio, dorme. Cammina incosciente. Vive incosciente. Dorme, perché tutti dormiamo.

La vita intera è un sogno.
Nessuno sa cosa fa, nessuno sa quel che vuole, nessuno sa cosa sa. Dormiamo la vita, eterni bambini del destino. 
 
(F. Pessoa - Il libro dell’inquietudine)