Quasi inevitabile che il pensiero sfiori per un attimo la melodia in chiusura del Funeral, qualche anno fa, troppi anni fa.
La fine di un percorso, di una vita, di un sogno, di una dipendenza.
L’inizio di tutto quello che dalle ceneri è riemerso, come braci sepolte ancora piene di potenzialità da dispiegare. La mia stella del nord e quella musica che rimane vicino al cuore.
Non riesco a quantificare le strade che ho percorso, perfino la via maestra è stata spesso variabile, infinitamente mutevole, non sempre tracciata con la decisione necessaria ad avanzare in una sola direzione.
My road salt. La mia vita, la mia salita impossibile verso chissà cosa.
La mia strada che di recente ha subito una svolta repentina, inaspettata, tragica a suo modo; ma segnata da orme in fila una dopo l’altra, senza tracce ricalpestate, senza indietreggiamenti.
La mia strada che insegue nuove stelle, ma che ha sbarrato le retrovie, scavato trincee e sepolto così tante cose che un tempo avrei definito nientemeno che “vitali”.
La mia strada che è sempre più piena di polvere, che sprofonda ai margini e si fa di continuo più sottile.
La mia strada che scompare nella nebbia se oso voltarmi indietro.
"Questa volta cercherò di non farmi male
Questa volta resterò intatto tra il dolore e la sporcizia
Questa volta, mi atterrò a quello che ho imparato
Questa volta volerò basso e non mi brucerò
Forse non è abbastanza
Forse questa volta è davvero troppo
Forse non sono forte
Forse questa volta la strada è troppo tortuosa
Proseguo a piedi, e mi siedo, mmh...
Ho camminato per tanti anni
Ho consumato tutti i miei stivali, ho pianto tutte le lacrime
Così ho lasciato il crocevia
E molte scelte bruciate nella mente
Forse non è abbastanza
Forse questa volta è davvero troppo
Forse non sono forte
Forse questa volta la strada è troppo tortuosa
Per portarmi a casa
Per portarmi a casa
Per portarmi a casa
Ma io continuo il cammino"
(Pain of Salvation – Road Salt)
I Pain of Salvation, il potere della musica. La capacità che può avere una canzone di incollarsi a pezzi di vita, di anticipare le intuizioni, di sublimare il sentire, di dare voce ai rumori che i miei passi hanno prodotto sul terreno percorrendo questa road salt.
La musica è una passione, e ognuno la vive come meglio crede. Così deve essere necessariamente, per qualcosa di tanto profondo e indescrivibile come lo è il vibrare dell’anima quando qualche nota, composta di alchimia perfetta, attraversa carne ed ossa.
Così deve essere perché così è sempre stato. Così l’ho vissuta, così l’ho amata.
Così voglio che sia, in quei rarissimi momenti della vita in cui tutto diventa sublime, solo per poco, solo per una sera. Fanatismo o passione? Credo in così poche cose, e ancora meno sono quelle a cui tengo realmente.
Toglietemi anche questo dalla vita, e le strade che avrò lasciato alle spalle diventeranno una frana inarrestabile che travolgerà tutto ciò che le ho costruito davanti.
Non mi piace fermarmi a pensare a quante cose ho perso volontariamente. Alle rinunce che ho fatto, a tutto quello che rilego in un angolo del mio dimenticatoio personale, per non dovermi accorgere che quell’angolo sta esplodendo da quanto è rigonfio.
Non voglio che mi si tolga anche questo. Sono stanca di morire ogni tanto un po’, nel silenzio indifferente di ciò che mi sta intorno.
Ma ieri ho capito che è inevitabile, che anche tutto questo non sarà mai più come prima, che troppe cose sono cambiate per permettermi ancora il lusso della felicità che i “miei” concerti mi davano.
Un’altra strada sbarrata. Un’altra fine.
Ingoio la delusione, seppellisco anche questa parte di me, e continuo a camminare.
E sono ancora viva. Solo un po’ meno di prima.
“Guariscimi adesso.
Rimuovi queste vecchie cicatrici dalla mia anima.
Guariscimi adesso.
Scardina questa pelle secca dalle mie ossa.
E anche se non posso dimenticare tutte le volte che ho pianto.
E anche se non posso perdonare tutte le volte che sono morto.
Sto guarendo adesso.
E ancora scalcio a pedate la polvere da questa strada.
E sono ancora vivo.
Solo un po’ meno di prima.
Guariscimi adesso.
E lava via queste vecchie impronte dalla mia strada.
Guariscimi adesso.
Questo prodigio è invecchiato camminando.
Sto guarendo adesso.
E sto cercando di trovare la mia strada verso casa.
E sono ancora vivo.
E ho giusto pensato che dovresti saperlo.
Che forse piangerò.
E forse morirò.
Ma per adesso sono ancora vivo.
Solo un po’ meno di prima.
Solo un po’ meno..
Solo un po’ meno di prima.”
(Pain of Salvation - Healing now)
Hope would fail me in the falling snow
And slake a wish inside
Friends would leave me in my darkest hour
Yet trust me with their lives
She would haunt my dreams and feed my demons
They tell me to go
Opeth - Nepenthe