Silenzio. Non c’è nessuna orchestra, è tutto registrato.
Voci sommesse nei corridoi, il passo svelto degli infermieri, i sospiri esasperati di chi attende.
Incrocio decine di volte gli stessi sguardi ma è il pavimento che continua a inghiottirmi.
Ho accarezzato la tua testa così tante volte stanotte. Ho svuotato tutto quello che avevo.
Ho capito che non so più cosa vuol dire vivere se in mezzo non ci sei tu.
Eccolo il mio eroe. Quello delle imprese semplici che sanno richiedere sforzi enormi. Quello che sa come frantumare tutti gli ostacoli. Quello che non si tira indietro mai.
Il mio eroe. Quello vero, quello reale. Bello come nessuna finzione me ne aveva mostrati mai.
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