Ricorrenze. Gli anni sono passati, avidi e frettolosi nel loro incedere. Erano i primi giorni di marzo, e così sarà anche stavolta.
Avevo sempre desiderato un segno indelebile sulla mia pelle, ma ero convinta che l’unico soggetto che potesse andar bene per sempre dovesse per forza essere qualcosa che riguardasse sé stessi, soltanto sé stessi.
Poi invece mi sono innamorata.
“I have dwelled in the dark so long that I have become the night.”
Ti ricordi quando ti ho chiesto di disegnare la mia ombra? L’hai fatto anche se continuavi ad insistere perché io non facessi quella “follia”. E l’hai creata perfetta, esattamente come la volevo.
Una sagoma nera, una creatura fantastica, estranea al reale, aliena, nata senza possibilità di vivere normalmente, adagiata su una luna completamente buia.
Una creatura dotata di ali, ma troppo grandi per non esser goffa. Solo un’ombra malinconica, solitaria come la luna. Una luna che mostra la sua faccia buia.
L’unica luce viene da una stella sperduta: il mio faro nell’oscurità.
Volevo sulla pelle la mia ombra, la mia gemella rinnegata. Lei che mi sta sempre alle spalle, lei che è morta, lei che porto ancora con me, lei che nessuno riusciva mai a trovare.
E volevo che parlasse di me, e di te, e di come l’amore cambia la vita.
Volevo un simbolo, un custode silenzioso che vegliasse proprio lì dove io non riuscivo a vedere.
A distanza di tempo mi chiedo se lo facciano apposta le cose ad assumere significati diversi, tutti in egual modo valevoli, man mano che l’esistenza evolve e si trasforma. Quel che un tempo vegliava, ergendosi a simbolo di una luce nelle tenebre, è adesso tornato all’essenza sua originaria: un’ombra alle spalle.
Un’ombra che svanisce inesorabilmente con il tempo, ma che non dimentica il giorno in cui qualcuno l’ha trovata. E se scompare non è perché si perde, ma perché si nasconde sotto la pelle che si è fatta suo mausoleo.
Ancora oggi mi piace ricordarmi di lei, perché ogni tanto sento la sua voce, che riecheggia nell’oscurità in cui l’ho relegata.
Questa volta sarà il tempo di Neve, della Volpe funambola, del mio Desiderio. Tutto insieme, come tutto è parte di me.
Sì, perché poi mi sono innamorata di nuovo.
"Confessa pure; ma confessa ciò che non senti. Libera pure la tua anima dal peso dei suoi segreti raccontandoli, ma meglio sarebbe se il segreto che racconti non lo avessi mai rivelato. Mentisci a te stesso prima di raccontare quella verità. Esprimersi è sempre sbagliare."
“Neanche dipingendo questo vetro di ombre colorate nascondo a me stesso
il rumore della vita altrui mentre la guardo dal lato opposto.”
“La banalità mi tormenta. Stanco, chiudo le imposte delle mie finestre, escludo il mondo e per un momento ho la libertà.”
“C’è una grande stanchezza nell’anima del mio cuore. Mi intristisce
colui che non sono mai stato e non so che specie di nostalgia sia il
ricordo che ho di lui. Sono caduto addosso alle speranze e alle
certezze, con tutti i tramonti.”
“Non so chi sono, che anima ho. Quando parlo con sincerità non so con quale sincerità parlo. Sono variamente altro da un io che non so se esiste.”
“Se il mondo può essere considerato un’illusione e un fantasma, tutto quello che ci succede possiamo considerarlo un sogno, qualcosa che ha finto di esistere mentre stavamo dormendo. E
allora nasce in noi un’indifferenza sottile e profonda verso tutte le disgrazie e le sciagure della vita.”
"La sete di essere completo mi ha lasciato in questo stato di inutile pena. La futilità tragica della vita."
- F. Pessoa -
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