~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

mercoledì 22 agosto 2012

Strada facendo (2)






Così eccoci di ritorno da un trip assolutamente infernale, per le millemila ore di viaggio, per i ritmi assurdi, per il sonno allucinante, ma soprattutto per il caldo terrificante.





Com’è mia consuetudine ho fatto centinaia di foto per immortalare quest’avventura, ma dato che la vecchiaia incombe credo sia il caso di scrivere anche qualcosa, giusto per farmi due risate un giorno quando rileggerò.





Già la partenza è stata estrema. Il piano tattico prevedeva una partenza intelligente in notturna. Ore 2 di notte al massimo essere in macchina, in direzione Cesena.





Un ottimo piano, non fosse che quella sera c’era Calici di Stelle e noi mica potevamo perdercelo. Così abbiamo deciso di fare un dritto, sbronzarci di vinello sui colli guardando le stelle, mangiare quanti più gnocchetti possibili (ma quest’anno si son fatte tirchie le fanciulle agli stand!), e poi smaltire il tutto in tempo utile per la partenza. Bene, alle due eravamo ancora persi sui colli.






L’aggiornamento della tabella di marcia è tutt’ora imprecisato dato che non ho ricordi, so solo che siamo arrivati a Cesena dal Cop quasi alle 5 del mattino ed io ero già stanca come se la vacanza l’avessi fatta e finita.





La chicca è stata la merenda a base di piadina romagnola avendo ancora lo stomaco chiuso dal post-vinello. Una cosa estrema, direi quasi bestiale. Per fortuna un po’ di caffè sistema tutto e siam riusciti a partire in direzione Roma.






La fantastica idea di evitare l’autostrada sembrava intelligente lì per lì, un po’ meno dopo quattro ore dispersi chissà dove. Indimenticabile e indelebile nella mia memoria sarà per sempre il camion che trasportava chissà cosa (deportazione cinesi?) che abbiamo seguito per chilometri e chilometri lungo strade deserte e sconosciute.







Per fortuna avevamo ancora abbastanza energie da sopportare l’after senza dormire e un viaggio di cinque ore col sole addosso. L’importante era non farsi scappare la pipì, perché il cop non si ferma, mai.







Ore circa..per pranzo? siamo arrivati a Roma. Il Dad che per solidarietà aveva deciso di fare un dritto pure lui, aspettandoci, era collassato giusto mezzoretta prima del nostro arrivo, cioè esattamente nel momento in cui ci serviva per darci indicazioni.







Vallerano è un labirinto, ci si potrebbe girare per ore senza capirci un cavolo. E così infatti è stato, ecco, non per ore magari. Dopo una decina di chiamate il dad è riuscito a svegliarsi, e nel suo tipico stato comatoso ci ha dato indicazioni assolutamente a caso. Ormai leggendario il motto “segui il muro di cinta sulla destra e poi in fondo”. E’ applicabile a qualsiasi contesto, provare per credere.







Quel quartiere era semplicemente pieno di muri di cinta in ogni dove, ma la fortuna, dopo averci preso per il culo una mezzoretta, ci ha infine sorriso. Trovato il famigerato muro di cinta e il numero civico, il viaggio poteva considerarsi concluso, almeno per quel giorno.







Roma era un inferno, un caldo pazzesco che neanche Padova nei suoi giorni peggiori riesce ad eguagliare. Per fortuna la Dadvilla Borghese offriva venticello e refrigerio almeno temporaneo, mentre ci gustavamo un pranzo degli eroi totalmente improvvisato a base di pesce spada e gorgonzola.







Gli involtini più disgustosi che io abbia mai visto, ma solo esteticamente. Assicuro che erano sorprendentemente buoni!
In nostro soccorso è comunque arrivata poi la Dadmamma, che in quei pochi giorni ci ha preparato prelibatezze che ancora mi sconvolgono al solo pensiero. Mai mangiato così bene.







Cosa ricordare delle ore trascorse a Dadville? Sicuramente Kira, perché è una cagnolona stupenda e dolcissima, e come ogni volta che vado lì mi vien troppa voglia di portarmela a casa!







E poi…beh, le colazioni sul terrazzino, la spesa impossibile col dad che si perde appena esce da casa sua, le bevute notturne, le famigerate carte da briscola, e la gatta inquietante che ti assale ai piedi del letto!









Di Roma invece non c’è molto da dire: meravigliosa come solo una città così complessa ed antica può essere, sempre magica e sempre nuova. Potrei averla vista mille volte, ma sono sicura che ancora saprei riscoprirla come se fosse la prima.







Vista la pigrizia degli amizi in realtà non abbiamo visto granché, e per questo ho rosicato già abbastanza, ma il tempo era quello che era.
Ci siamo però fatti una serata da tipici sbronzoni romani, partendo dai baretti di piazza Trilussa e poi in direzione Campo dei Fiori, giusto per provare a immedesimarsi un po’!







(continua..)

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