~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 29 agosto 2013

Nine Inch Nails

 
Ho la schiena a pezzi, il collo inchiodato, lividi sparsi….e sono felice.
Il mio compagno di avventura stanotte mi ha salutato con ..e se muoio chissene. Come descrivere meglio di così la situazione?
Senso di appagamento, di aver fatto parte di qualcosa di unico, di aver finalmente realizzato un sogno tanto a lungo inseguito.

Non sarebbero dovuti tornare più a calcare un palco, e invece eccoli lì, a pochi metri da me. Eccolo lì…lui. Anni di genialità e creatività fuori da ogni schema, mischiati agli abissi della mente umana che vengono a galla attraverso parole crude e sincere, urlate addosso a folle di sconosciuti.
Impeccabile, meraviglioso, con il suo sguardo che perfora e la voce che graffia giusto lì dove rimangono le cicatrici di qualche ferita mai dimenticata.

 
Un concerto devastante, superbo, sia visivamente che musicalmente. Tutto curato nei minimi dettagli con estrema puntigliosità obiettiva, eppure il risultato è quello di emozionare un intero palazzetto che per due ore salta e urla e poga senza tregua.
Alla fine dello show ci sono per terra bicchieri, occhiali rotti, cellulari, scarpe, e sul viso di tutti un sorriso e una soddisfazione che faticherò a dimenticare.

Per non parlare di Mike Patton che fa da spalla con i Tomahawk: un portento, un genio folle ed estremamente talentuoso. Spaccano di brutto e mi convincono molto più di quanto abbiano fatto i loro album.
Suonano veramente poco, ma la scena deve essere sua. Questo è il suo momento: niente lo può fermare adesso.

 
Dopo i Tomahawk la pausa, tutti che vanno a prendersi da bere e gironzolano. Nessuno si aspetta che quasi subito, a luci ancora accese e senza alcuna intro, esca fuori Trent da solo, nella distrazione generale, ed inizi a smanettare con la sua tastiera elettronica.
Qualche secondo in cui tutti restano attoniti, poi le ovazioni per ogni membro della band che fa il suo ingresso. La gente inizia a muoversi discretamente, io penso “ecco, vedi? Sono tranquillissimi, potevo portare Reffy!”, ma non faccio in tempo a formulare tutto il pensiero che parte il ritornello e nel giro di una frazione di secondo mi ritrovo un gomito conficcato nella schiena, vedo i bicchieri appena presi pieni di birra che volano, e mi ritrovo in un pogo infernale!
A parte le bestemmie iniziali, è stato favoloso. Sì, è proprio così che me lo immaginavo, e non trovavo un tale coinvolgimento di pubblico ad un concerto da parecchi anni. E’ stato un po’ come ringiovanire!
Ma di certo più blatero e meno rendo l’idea. Non sono sicura di riuscire a descrivere ciò che ho provato, ma sono certa che rimarrà perfettamente impresso dentro di me.

 
Lui non c’era. O forse c’era e non era destino che ci incontrassimo. Sapevo che certe canzoni avrebbero risvegliato i miei fantasmi, e non ho potuto sottrarmi alla vista ravvicinata di quella voragine che ancora rimane aperta e senza risposte. Troppe emozioni rendono vulnerabili, e lo ammetto, ti ho pensato, ho pensato che avrei voluto averti davanti soltanto una volta ancora.

“Non fare la volpe cazzo, smettila di fare la volpe..” – e mentre mi ripeto queste parole partono le prime note di Only.
Sorrido con tutta me stessa, e ringrazio l’uomo che cantando ferisce e al contempo ripara. E’ la canzone giusta al momento giusto.
Già una volta mi ha tirato fuori dal baratro, ed è incredibile…funziona. Inizio a saltare, urlo il testo a squarciagola e mi lascio “cullare” dalle ondate violente della folla. Tu non esisti, ci sono solo io.

 
"Beneath the stains of time the feelings disappear.
You are someone else I am still right here."

Le nuvole arrivano, passano, e resta solo la sensazione di aver vissuto un sogno. E’ finito, e mi rattrista perché so che domani mi mancherà l’attesa di qualcosa di bello che ormai si è compiuto, ma al tempo stesso ho voglia di tornare a casa, dall’uomo che amo, nella mia tana, alla mia vita che ho costruito dopo la tempesta e che adesso sembra reggere così bene.

Deve saperlo perfettamente anche lui che ci si può sempre rialzare, non importa quante cose si siano dovute sopportare.
Nothing can stop me now.


 Un saluto da Patton ;)




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