~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

sabato 3 settembre 2011

La verita’ non e’ cio’ che e’ dimostrabile

ma cio’ che e’ ineluttabile.




***

“Tutto ciò di cui avevo bisogno
si intrecciò nel trovarti un giorno.
Ti porterei via lontano,
al rifugio dei sognatori,
dove risanare le cicatrici
e cambiare le stelle.”



***


Colui che è perso nel labirinto impara a sue spese che la libertà non consiste tanto nel trovare l’uscita, quanto nel percorrere la strada che si snoda tra infiniti svincoli pregni di valore.

Ma non saprei dire se è più grande la grazia di questo dono o la maledizione di sentirmi tanto fragile e in balia di sentimenti che non controllo appieno. I dubbi più sciocchi mi assalgono e si alzano imponenti sopra il mio capo, nutriti di paure che non ho motivo di provare.

Oscillo tra baci che sanno di pioggia ed abbracci che mi fanno dimenticare la terra che mi manca sotto i piedi, ma sono costretta a ricordare che anche i giorni più belli finiscono sempre con lo stesso tramonto.

Il sogno incantato svanisce e riemergo dalle profondità di quell’abisso che chiamiamo paradiso, per ritrovarmi a terra ad annaspare alla ricerca dell’aria che mi manca e mi fa soffocare senza di lui.





E’ strano come a volte si realizzi qualcosa di tremendamente importante nella spietatezza di un attimo banale, e quasi insignificante, se inserito nel complessivo scorrere del tempo.

Come quando da bambino capisci che la neve è una poesia candidamente divina ma in grado di uccidere col suo gelo, o che un uccello caduto dal nido non potrà più volare.

Come quando cresci e comprendi che l’innocenza si rompe col passare del tempo, che siamo diversi dietro gli occhi degli altri e non c’è bisogno di nasconderlo.

Come quando un adesivo si stacca o un’immagine che non hai voluto ti si imprime nel cuore continuando a fare male.


***

“Ricamo delle stelle, spoglia i miei sentimenti per questa terra, mandami il tuo unguento per lenire le mie cicatrici, e lascia che questa nudità sia la mia nascita.”

***


A volte mi chiedo se ci sia ancora una raminga col cuore infranto e le mani insanguinate che vaga senza meta, perennemente schiava di quell’ardore distruttivo che la caratterizzava. Mi chiedo se rimanga qualcosa dell’inverno sepolto sotto troppa neve, o se ci sia almeno una stella che ancora ricordi come le notti potessero esser fredde e desolate su quel sentiero perduto.

O forse ci sono due folli amanti sotto la luna argentata, in qualche posto dove le stelle sono a portata di mano, uniti per attendere l’alba l’uno tra le braccia dell’altro. Ma ogni sussurro che unisce i loro respiri è troppo fragile per poter realmente esistere. Sono solo sospiri di effimera bellezza dimenticata, calpestata dalla spietatezza di bugie vestite a festa.

Magari, semplicemente, troppe albe si sono succedute cancellando anche i più tenaci residui di sogni, e quel che deve sparire per sempre finisce relegato in un remoto angolo di fantasia.





Tutto ciò che poteva essere non è stato.

Tutto ciò che rimane è il bisogno di un perdono.

Tutte le lapidi in fila sono decorate tanto di allori di trionfo quanto di vessilli di fallimento, ma nessuna è insignificante, e nessuna sarà mai dimenticata.


Il labirinto mi allontana da tutto questo e mi complica la via, sia che io tenti di avanzare, sia che mi perda a guardarmi indietro.

Ma sotto i miei passi tutto resta, sedimenta, esiste.


Nessun commento: