~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

martedì 10 aprile 2012

Io non tremo

Svuoto cassetti della memoria e non trovo il fondo. Non ci sono più fogli bianchi inondati di inchiostro né fruscio di pagine che fagocitano ricordi, perché da qualche parte bisogna metterli (purché non rimangano ammassati sul cuore.)

Il prato è fiorito e la luce assale le foglie sotto forma di strali dorati. Ogni volta che osservo una pianta mi chiedo sempre quanto in profondità dovrei scendere per trovare il punto in cui è vulnerabile.
Ed io? Metto più radici o più foglie? Cosa rimane nei cunicoli sotto la terra che ho calpestato?


“Without you everything falls apart”
E’ notte e ho troppo sonno per guidare. Ma non sono mai abbastanza stanca per smettere di piangere e di scriverti qualche stupido messaggio.
Lo penso davvero. Ogni cosa che scrivo e che dico. Sono convinta che nulla abbia più senso.

Sono intrappolata in un circolo ossessivo in cui la linea vibrante al lato della strada assorbe la mia mente e disorienta quel poco di buon senso che mi resta. Lynch saprebbe perfettamente come rendere l’idea. A dire il vero già lo ha fatto, ma io non mi sveglierò in nessun altro luogo con gente bizzarra al limite del grottesco. Io rimango lì a seppellire i rami per scambiarli con le radici.

Ma se non fosse un altro luogo? Sarebbe un altro tempo.



***

Il rumore del traffico è assordante e la città mi sconvolge, mi annienta, mi fa sentire sperduta più di quanto io non lo sia già, in tutti i sensi.
Tu arrossisci e non riesci a sostenere il mio sguardo. La macchina puzza di fumo, e non era così che ti avevo immaginato. Hai le mani strane, la faccia storta, un sorriso imbarazzato. Tiro un lembo della gonna per coprire le mie gambe troppo lunghe e maledico me stessa per essere qui.
Il fumo si mischia allo smog e mi sento respirare a fatica, ma so che il senso di oppressione non deriva da questo.

Però il sole è alto e la bellezza mi circonda ad ogni angolo. Per un attimo rivedo “quella” luce a Villa Borghese e non so più né chi sono né dove sono.
E’ un circo, o forse un enorme teatro, che mi gira intorno all’impazzata e mi fa sbattere addosso alle cose costringendomi a prendere coscienza di me. Del perché sono qui.
D’improvviso ho paura e voglio solo fuggire. Poi mi convinco che le cazzate volute hanno sempre un prezzo da pagare, così mi faccio docile e obbedisco a me stessa. L’altra me stessa, quella che ha sempre una soluzione per tutto.
Prendo quello che c’è come un’avventura e mi illudo di poterne uscire incolume. Già penso al momento in cui sarò felice che tutto sarà finito.

Ma sbatto la fronte contro i vetri della finestra di una chiesa, e dico un sacco di cose inutili sull’arte e l’architettura abusiva. C’è un cane che cerca di mordermi ad ogni passo e oggetti preziosi in ogni dove.
Sono fuori luogo eppure mi tolgo le scarpe e faccio finta che sia tutto normale. Non allungo più nemmeno la gonna e comincio a parlare di stelle.
Mi ricordo la luna che compare dove prima c’era solo buio. Pensavo di poterti portare la luce, invece sei tu che mi hai spalancato le tenebre.

Tu non arrossisci più, io invece parlo troppo. Faccio di corsa le scale solo per sentire ancora il gusto di quella birra meravigliosa che frigge nella testa. Sto cercando di evadere, nel modo più pericoloso possibile.
Voglio che tu metta quella canzone, lo desidero così tanto che la musica non smette più.
Trent sta urlando da almeno mezzora gli stessi identici versi, e la musica è così violenta da pulsarmi nel cervello. Ho voglia di urlare anch’io adesso, di gridarti You can have my isolation, you can have the hate that it brings. You can have my absence of faith…You can have my everything.
Non sono sicura di comprendere a pieno quel che desidero, né tanto meno quel che sta accadendo. Ma tant’è che tu hai già preso tutto, e forse non ti basta nemmeno.

Non c’è niente di mio qui. Il pavimento mi è estraneo, le pareti sono fredde, non so dare un’utilità alle cose, neanche a me stessa. Mi siedo per terra sul gradino che dà sulla cucina e ti guardo mentre prepari la cena. Non ho voglia di dirti niente di importante e mi concentro sull’odore del curry che mi stringe lo stomaco. Può anche essere che non sia solo quello a darmi i crampi violenti che sento.
Ho un caos dentro e sono sul punto di esplodere. Tu lo sai benissimo, e in questa bufera la fai da padrone. Hai deciso di sconvolgermi fino all’ultimo brandello di sanità che mi resta.

Tu ottieni sempre quello che vuoi, giusto? Me l’hai detto la prima volta che abbiamo parlato.
E io odio i tipi arroganti e presuntuosi come te. Odio l’egoismo, l’egocentrismo spropositato.
Odio tutto di te, anche quando mi prendi timidamente la mano e mi dici che forse ti stai innamorando di me.
E dall’altra parte della siepe c’è Villa Borghese, e io lì una volta ho già perso me stessa. Lì c’è il mio specchio, coperto di fuliggine.


***

Poi un giorno scopro che citare gli After rende tutto più drammaticamente toccante, e che i titoli delle canzoni hanno già tutte le spiegazioni di cui uno possa aver bisogno.
E mi accorgo che le notti non sono più abbastanza gelide, e che le bugie hanno un potere devastante.
D’improvviso sono io a scriverti la stessa cosa che mi avevi scritto tu.
“Ti prego. Non farmi questo.”
Ma tu non rispondi più.

Oggi però lo so, che toccare un fondo così buio mi ha permesso di rinascere come mai avrei nemmeno sognato.

Oggi sono grata all’egoismo. Oggi tutto ha un senso. Oggi sento il bisogno di lasciare traccia dei ricordi perché sei diventato così insignificante che presto ti perderò.
Ma io amo ricordare.



“That fiction and reality melt together for eternity.
Filling the emptiness with sense.”


***


- Ti ricordi ancora di Roma, cara Lou? Com’è nella tua memoria?

Nella mia rimarranno un giorno solo le sue acque, queste limpide, stupende, mobili acque che vivono nelle sue piazze;

e le sue scale, che sembrano modellate su acque cadenti, tanto stranamente un gradino scivola dall’altro come onda da onda;

la festosità dei suoi giardini e la magnificenza delle grandi terrazze;

e le sue notti, così lunghe, silenziose e colme di stelle. -


(R. M. Rilke) 

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao! Anche questo tuo blog è veramente bello! Anche tu sei molto carina!
Tornerò presto!
A presto..Sibilla