~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

venerdì 13 aprile 2012

Mondi piccolissimi





Mentre la pioggia cade lenta, accarezzando gli steli dei fiori che si piegano docilmente al volere del cielo, penso a un modo per rendere meno grigie queste giornate che passano in punta dei piedi, facendo poco rumore.

Se l’assenza del sole ci nega i colori con cui la primavera ci aveva stregato, mi rifugio nella fantasia, e nei piccoli mondi che posso creare con soltanto pasta modellabile e un po’ di immaginazione.
Dietro le tende che nascondono la pioggia compaiono animali dai musetti buffi, e folletti e forme colorate.

E mi tornano in mente le fiabe, quelle che iniziano con “C’era una volta" e finiscono con un “per sempre”, quelle senza troppe pretese, quelle che vorresti sentirti raccontare in una serata di pioggia.




C’era una volta nella fitta vegetazione di un antico bosco lontano, una piccola volpe dal pelo fulvo di nome Etta.
Dal carattere dolce e sincero, sempre allegra e solare, gentile e garbata con tutti, agile e scattante col suo fisico leggiadro, un giorno la creatura era stata chiamata dalla bella Natura insieme a tutte le sue sorelle per accompagnare con le proprie danze la grande Festa della Primavera, così da annunciare all’intero creato l’arrivo della bella stagione.
Entusiasta dell’appello, la radiosa volpacchiotta aveva accettato sin da subito col cuore a mille, pronta a sfoggiare il meglio delle sue qualità.



Svegliatasi puntuale all’alba del ventuno marzo, per raggiungere in perfetto orario la Valle Fiorita dove avrebbe avuto luogo il ricevimento, pulito il suo pelo scintillante con la rugiada fresca dell’aurora e sistematasi per bene le lunghe orecchie a punta, aveva preso il cammino con l’animo in festa, sicura di sé, raggiante e spensierata.
Ma a mezza strada, col fiato corto, provando un’arsura insistente serrarle la gola, coi sensi allentati, si fermò esausta a rifocillarsi presso le sponde di un Fiume Fresco dove si abbeverò con gusto.

Quando notò di lontano, nascosto dietro il tronco di una Grande Quercia, un’enorme sagoma nera dagli incantevoli occhi scuri, assistere alla scena dal suo rifugio con fare curioso.
“Scusami! Sono una vera maleducata! Probabilmente ho bevuto l’acqua della foce del tuo branco senza chiederti nemmeno il permesso! Scusami!”- si schermì lei abbassando la coda, colpita. “Scusami! Ma questo non è il mio modo di agire, te lo assicuro!”



“Non preoccuparti bella volpe! Questo scorcio d’acqua è di tutti! Sta calma! Io ti stavo solo osservando divertito! Il mio nome è Wra, e sono il toro di queste zone. Non temere! Tranquilla!” - la rassicurò la bestia.
E lei convinta, riconoscendo buono il suo odore, gli si avvicinò lentamente abbozzando un timido riso: “Il mio nome è Etta, e mi stavo recando a Valle Fiorita per prendere parte alla Festa della Primavera, quando questa sete mi ha colto di sorpresa!”

E lui annuendo, assentì prontamente col capo “Conosco bene questa Valle! Non è distante!” - l’ammonì inciampando nelle parole per l’emozione, mentre il sorriso raggiante di lei diveniva per lui la risposta più eloquente.
“Grazie mille!” balbettò la volpe di rimando “Nonostante io sia una perfetta sconosciuta per te, tu hai giustificato la mia maleducazione e mi stai mettendo a mio agio. Sei stato chiamato anche tu a partecipare alla Festa?”



“E’ nero! E’ sporco! Il suo muso è così brutto! Sembra un grugno! Ha un odore orribile! Ha delle movenze orrende! Il suo passo è storpio! E vederlo passare non è mai di buon auspicio!” - era da sempre stata la voce più ricorrente fra le creature del bosco.
“Coloro i quali vestono i colori della notte sono invidiosi dei colori sani e cangianti delle creature del giorno, e desiderano venirne in possesso, rubandoli!” - era la frase che da sempre aveva echeggiato fra le fronde degli alberi.
Figurarsi poi se si trattava di un grosso toro nero!

“No, non sono stato chiamato. Ma se vuoi ti accompagno a metà strada.” - le propose.
E lei felice, pensando che quella del toro fosse solo timidezza, ma che infine sarebbe intervenuto anch’egli alla Festa, sorridendo si mise al suo fianco, seguendone il passo buono.
E dopo un breve ma tortuoso tragitto, nel cuore della notte, Valle Fiorita coi suoi suoni, le sue danze, i suoi colori, i suoi dolcissimi profumi, apparve ai loro sguardi incantati in tutto il suo fulgore.
“Siamo arrivati.” - l’ammonì il toro riprendendo fiato a tratti.
E la bella Etta, stremata anche lei ma felice, strusciando il proprio muso contro quello di lui in segno di ringraziamento, soffiò esultante “Allora vieni anche tu?!”
“No.” Sbottò lui, frastornato, indietreggiando. “Non posso!” - incespicò amaro - “Te l’ho detto!”
“Ma non è …?” incalzò la volpe corrucciata, squadrandolo con fare torvo “Perché mai?” imbottò battendo l’aria con la lunga coda morbida, con fare nervoso.
“Non sono stato invitato!” ripeté lui.
Sbuffando lei scosse il capo “Ma tu sei un toro! Un animale come me! E’ la Festa della Primavera anche per te!”



“No!” gettò lui di un fiato “Etta tu sei così bella: hai un bel manto fulvo! Io sono nero, e non sono stato invitato!” continuò a ruota “ Tutti mi deriderebbero! Il mio pelo è scuro, il mio volto farebbe inorridire la vista degli altri invitati. Non ho un buon odore né una bella voce! E anche tu ti vergogneresti di me! Lascia stare!” - guaì la creatura che aveva visto troppe volte, nello sguardo altrui il perfido spettro dello scherno farsi beffe di lui, per poter essere ancora sicuro di voler partecipare ad una festa.
“E’ meglio salutarci qui! Grazie comunque!” ricambiò lui il battito della sua coda in segno di riconoscenza.
E chinando la testa la volpe inghiottì a vuoto “Non è così! Il tuo colore non …” balbettò appena.
Mentre Wra era già troppo lontano per poterla udire.



“Forse lei aveva qualcosa da dirti!” - sussurrò di colpo una voce sconosciuta all’orecchio del toro seguendolo. “Non farla soffrire! Il suo affetto è sincero!” - l’ammonì di rimando, decisa a non mollare.
“Tu dici?” rincalzò lui parlando a vuoto, che altro non anelava che in una frase del genere per poter tornare da lei “Pensi che non le farò del male?”
E di colpo senza neppure aspettare una risposta, invertì la rotta e si fiondò verso la Valle.
E scorgendo la volpe accucciata nei pressi di un cespuglio di viole selvatiche, in solitudine - sola in mezzo alla festa - le volò incontro fra il chiacchiericcio generale.

“Un toro nero?!” “Nero!” “Ma chi l’avrà invitato?” “Si, però non guardarlo così!” “Sembra male!” “Che tristezza!” “Andiamo via!” “Ma che ci farà ad una festa da ballo?” “Che impressione!” “Scusatemi ma questo cattivo odore … è il suo?!”
Nell’incrociare gli occhi di lui, il cuore di Etta mancò di un battito “Wra! Sei proprio tu?”
E lui strusciando il proprio muso umido contro il suo, in segno di saluto annuì “Ti va di ballare?”
E insieme presero a volteggiare sotto gli occhi di tutti, guidati da un’unica assordante musica, quella dei loro due cuori, più forte del ciarlare intorno e di qualsiasi altro pettegolezzo gratuito.



“Si, però!” “Ha un muso particolare!” “Il nero gli dona!” “Dopo tutto!” “Luccica sotto la luna, non vi sembra?!” “Si, si!” “Un profilo aristocratico!” “Non è tanto male!” “Insieme sono una bella coppia!” “Eh, già!” “Eleganti!”
Incuranti degli altri e pieni solo della loro felicità, Wra ed Etta non si separarono mai più.
 
(Libero adattamento di una favola qualsiasi)

1 commento:

Anonimo ha detto...

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