~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

venerdì 24 giugno 2011

Angel of music

Sunday, April 13, 2008 - ore 16:38





Il suo canto si leva con ali d’angelo dalle profonde fauci dell’inferno.
La sua voce è poesia sgorgata da una sorgente di orrore.
Perché un mostro non può essere bellissimo?




“Si avvicina la Notte, che amplifica ogni sensazione
L’Oscurità s’increspa e sveglia l’immaginazione
Muti, i sensi abbandonano le loro difese

Lentamente, dolcemente, la Notte mostra il suo splendore
falla tua, sentila, fremente e delicata
Distogli il tuo sguardo dal lucente bagliore del giorno,
Distogli il tuo sguardo dalla fredda, spietata luce
e ascolta la Musica della Notte

Chiudi gli occhi ed arrenditi ai tuoi più oscuri sogni
Purifica ogni pensiero della vita che conoscevi
Chiudi gli occhi, lascia il tuo spirito librarsi nell’aria!
E vivrai come mai avevi vissuto

Delicatamente, velocemente, la Musica potrebbe farti cedere
Sentila, ascoltala, custodiscila per te
apri la tua mente, lascia spiegare ogni tua fantasia,
in quest’oscurità che sai di non poter combattere
l’oscurità della Musica della notte

Lascia che la tua mente viaggi attraverso
questo straordinario, nuovo mondo
Lascia tutti i pensieri del mondo che conoscevi
Lascia che la tua anima ti porti dove desideri
Solo allora potrai raggiungermi

Fluttuante, vacillante, dolce ebbrezza
toccami, abbi fiducia, assapora ogni sensazione
Lascia che il sogno inizi, che il tuo lato più oscuro ceda
alla potenza della Musica che ho scritto
la potenza della Musica della Notte…

Solo tu puoi far prendere il volo alla mia canzone
Aiutami a comporre la Musica della Notte…”






Era là, come il più naturale dei convitati, solo che non mangiava né beveva. Quelli che avevano cominciato a guardarlo sorridendo avevano finito per voltare la testa, tanto quella visione portava immediatamente lo spirito ai pensieri più funesti.
Non aveva pronunciato una parola, e neanche i suoi vicini di posto avrebbero potuto dire in quale momento era venuto a sedersi là, ma qualcuno pensava che se qualche volta i morti vengono a sedersi alla tavola dei vivi, non possono mostrare un viso più macabro.


Il fantasma dell’opera è, allo stesso tempo, la statua del Commendatore mozartiano, Dracula il vampiro, e Don Giovanni: una triade mitica racchiusa entro le fattezze mostruose. Forse questo può spiegare la persistenza, nell’immaginario collettivo, del personaggio creato da G. Leroux nel suo romanzo del 1911, nonché la serie delle sue fortunate reincarnazioni cinematografiche.

La vera colpa del Fantasma dell’Opera è la sua bruttezza. E’ lo specchio nero in cui l’umanità galante e frivola che affolla i foyers alle “prime” teme di riflettersi. Come il mostro nel Frankenstein di Mary Shelley, anche Erik è corrotto da una società che identifica malvagità e sgradevoli fattezze fisiche.

Don Giovanni prigioniero di un corpo orribile, si nasconderà dietro l’equivoco d’una maschera mortifera e attuerà la seduzione attraverso la fascinazione della Voce. Insinuante, persuasiva, sublime. E’ lo Spirito stesso della Musica.

La voce senza corpo riprese a cantare, e certamente Raul non aveva mai sentito al mondo niente del genere: un afflato che univa nel contempo, nello stesso respiro, i due estremi dell’eroismo e della soavità, dell’epico e dell’insidioso, del delicato e del possente; infine, del più irresistibile senso del trionfo.

Ma guai a chi vuol dare un volto alla voce: con un gesto improvviso Christine strappa la maschera, e si trova davanti all’orrore: un orrore che, come quello dei convitati al banchetto del principe nella Maschera della Morte Rossa di E. A. Poe, confina nel Nulla. Non è questa la maledizione del Fantasma? Dover scegliere tra una bruttezza insostenibile e l’inesistenza, la riduzione a puro flatus vocis, per quanto angelico?

Ma immaginate, se ci riuscite, che la maschera della morte si metta a vivere di colpo per esprimere con i quattro buchi neri degli occhi, del naso e della bocca, la collera portata all’estremo, il sovrano furore di un demone, e nessuno sguardo nelle orbite vuote.

Il Nulla in maschera trova solo nella musica la forma a cui aspira. Il fantasma è la sua opera: un capolavoro di seduzione al quale lavora da vent’anni, e che quando sarà compiuto intende portare con sé nel sonno eterno della bara. E fino a che punto l’eros vi si intrecci col demoniaco risulta evidente dalla reazione negativa di Erik alla richiesta, da parte di Christine, di suonargliene un brano:

Questo non me lo dovete mai chiedere. Quel Don Giovanni non è stato scritto sul libretto di un avventuriero come Lorenzo da Ponte, ispirato dal vino, dai facili amori e dal vizio, e infine castigato da Dio. Vi suonerò Mozart, se volete, che farà scorrere le vostre belle lacrime e vi ispirerà oneste riflessioni. Il mio Don Giovanni brucia, Christine!


Da:
Roberto Barbolini
Per un’estetica del brutto: “Il Fantasma dell’Opera” di Gaston Leroux




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