"Che cos’è la fotografia? Che cosa la caratterizza veramente e diversamente dalle altre tecniche artistiche? E’ un’arte? Ha una storia? E che senso ha oggi, nell’epoca del simulacro?
La fotografia è una bestia nera dell’arte e della cultura contemporanee. Malcompresa da un pubblico di amatori e curiosi che per lo più vi cercano ciò che essi non sanno fare o non hanno visto di persona, è mal difesa dalla gran parte dei suoi professionisti che ne parlano ancora con argomenti quasi esclusivamente tecnici o criteri estetici del tutto compassati;
ripresa ampiamente da una quantità di artisti delle ultime generazioni, medium privilegiato della moda e della pubblicità, non ha beneficiato di molte specifiche e diffuse riflessioni teoriche e la sua stessa storia rischia di ridursi alla compilazione dei suoi accadimenti.
In alcune fotografie il taglio non è affatto un semplice fenomeno meccanico. E’ l’unica cosa che costituisce l’immagine e che, costituendola, implica che la fotografia è una trasformazione assoluta della realtà.
Non perché la fotografia è senza spessore, in bianco e nero, o piccola, ma perché in quanto serie di segni realizzati su carta attraverso la luce, non possiede più orientamento naturale, in rapporto agli assi del mondo reale di quanto ne possiedano, su un quaderno, i segni che conosciamo sotto il nome di scrittura.
E’ il simbolismo allo stato puro, il simbolismo come visione del linguaggio in quanto assenza fondamentale, assenza del mondo e dei suoi oggetti sostituiti dalla presenza del segno."
- Rosalind Krauss -
(Shot by Anachron)
"La foto è letteralmente un’emanazione del referente. Da un corpo reale, che era là, sono partiti dei raggi che raggiungono me, che sono qui; la foto dell’essere scomparso viene a toccarmi come i raggi differiti di una stella.
Una specie di cordone ombelicale collega il corpo della cosa fotografata al mio sguardo: benché impalpabile, la luce è qui effettivamente un nucleo carnale, una pelle che io condivido con colui o colei che è stato fotografato.
Ciò che la fotografia riproduce all’infinito ha avuto luogo una sola volta: essa ripete meccanicamente ciò che non potrà mai più a ripetersi esistenzialmente.
In essa, l’avvenimento non si trasforma mai in altra cosa: essa riconduce sempre il corpus di cui ho bisogno al corpo che io vedo; è il Particolare assoluto, la Contingenza sovrana, spenta e come ottusa, il Tale, in breve la Tyché, l’Occasione, l’Incontro, il Reale nella sua espressione infaticabile."
- Roland Barthes -
"It’ll all collapse tonight, the fullmoon is here again"
(Shot by Anachron)
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