...and it worked.
Pagina bianca ed inchiostro al veleno.
I raggi di luna e lo specchio riflesso.
Sarò il tuo poema, la gioia ed il tedio.
Sarò cartomante e megera d’avorio.
Il sole che cresce e scintille di stelle.
Sarò l’equilibrio tra nuvole incerte.
La sabbia negli occhi e la sete che cura.
Cerco un rimedio, un sollievo che duri.
Cerco il problema e la sua spiegazione.
Cerco una mappa con il tuo nome.
La strada che taglia a pezzetti le ore.
Potrei dire tutto o mentire di cuore,
ma sei il mio rimedio senza soluzione.
“Sto diventando sempre meno definito col passare dei giorni.
Scomparendo.
Beh, potresti dire che sto perdendo la concentrazione,
andando alla deriva nell’astratto
per quanto riguarda il modo in cui vedo me stesso.
A volte credo di poter vedere direttamente attraverso di me.
A volte posso vedere direttamente attraverso di me.
Meno preoccupato riguardo l’adeguarmi al mondo.
Il tuo mondo, cioè.
Perché non importa più davvero,
no, non importa più davvero.
Nulla di questo importa più davvero.
Si sono solo, ma dopotutto lo sono sempre stato,
per quanto indietro io possa ricordare.
Credo che forse sia perché tu non eri mai davvero reale,
tanto per cominciare.
Io ti ho creato solo per farmi del male.
Ti ho creato solo per farmi del male.
Ed ha funzionato. Sì.
Non c’é nessun te.
Ci sono solo io.
Non c’é nessun fottuto te.
Ci sono solo io.
Solamente.
Il più piccolo puntino attirò il mio occhio e si rivelò una piaga.
E io avevo questa sensazione bizzarra, come se sapessi che era qualcosa di sbagliato.
Ma non riuscivo a lasciarlo stare, continuavo a tormentare la piaga.
Era una porta che tentava di sigillarsi,
ma io mi ci sono arrampicato attraverso.
Ora sono in un qualche luogo in cui non dovrei essere,
e posso vedere cose che so che non dovrei vedere.
E ora so il perché, ora, ora so perché
le cose non sono belle
dentro.
Only.”
Non importa più. Non importa davvero.
Continuo a tirare lo sciacquone, prima o poi annegherai.
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