~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

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- EviLfloWeR -

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Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

giovedì 30 giugno 2011

Mirror

sabato 5 marzo 2011 - ore 16.26


Accaldato e incollerito mi precipitai davanti allo specchio seguendo con difficoltà, attraverso la maschera, il lavorio delle mani.
Ma lo specchio aveva atteso solo questo. Era venuto per lui il tempo della rivalsa.

Mentre mi affannavo, con un’angoscia che cresceva a dismisura, per liberarmi in qualche modo del mio travestimento, quello, non so come, mi costrinse ad alzare gli occhi e mi dettò un’immagine, no, una realtà, un’estranea, incomprensibile, mostruosa realtà da cui io fui pervaso senza volere: perché adesso era lui il più forte, e io ero lo specchio.

Fissavo quel grande, terribile sconosciuto dinanzi a me, e mi pareva incredibile trovarmi solo con lui.
Ma proprio nell’istante in cui pensavo questo, avvenne il peggio: persi conoscenza e crollai.
Per un secondo provai un desiderio indescrivibile, doloroso e inutile di me stesso, poi ci fu lui soltanto: non ci fu niente al di fuori di lui.

Corsi via a precipizio, ma adesso era lui che correva. Urtava dappertutto, non conosceva la casa, non sapeva dove andare; scese una scala, nel corridoio investì qualcuno, che si liberò gridando.

Si aprì una porta, ne uscirono parecchie persone: oh, quanto, quanto fu bello conoscerle. Erano Sieversen, la buona Sieversen, e la cameriera e il dispensiere: ora tutto si sarebbe risolto.
Ma quelli non si precipitarono a salvarmi; la loro crudeltà era senza limiti.

Stavano fermi e ridevano, mio Dio, potevano stare lì fermi e ridere.
Io piangevo, ma la maschera non faceva uscire le lacrime, che mi correvano lungo il viso, seccavano subito e correvano di nuovo e si asciugavano.

E infine mi inginocchiai davanti a loro, come mai uomo s’è inginocchiato; mi inginocchiai e alzate le mani, implorai: «Tiratemi fuori, se ancora è possibile, e trattenetemi», ma non mi udirono; non avevo più voce.

Sieversen raccontò fino ai suoi ultimi giorni come fossi caduto mentre loro seguitavano a ridere, convinti che facesse parte del gioco.
Con me, erano abituati a questo. Ma poi io sarei continuato a rimanere disteso e non avrei risposto.

E lo spavento di quando infine s’accorsero che ero privo di sensi e che giacevo come un rottame dentro tutti quei panni, niente più che un rottame.

(R. M. Rilke - I quaderni di Malte Laurids Brigge)




~ All of us visionaries...with a rope around our neck ~

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