Pensavo a quanto tempo della mia vita ho speso in perenne viaggio, immaginando oscillare sopra la mia testa il pendolo del supremo detentore del presente che scorre.
Strade interminabili da percorrere per raggiungere le persone più care, fari puntati nella notte silenziosa, luci artificiali e profonde oscurità agresti, mentre la timida luce dell’orologio mi ricorda che è tardi, sempre più tardi.
La via che si fa continuamente più lunga all’orizzonte senza lasciare intravedere una fine. Spingo sull’acceleratore per eludere quel senso di indefinita sospensione.
I dintorni si fanno sfuggenti quando scende la bruma e si para dinnanzi allo sguardo, offuscando quel poco di razionalità che è rimasta. Un grigiore uniforme ed esteso, una cupa visione di nulla. Eppure in quell’indefinito scenario ogni manifestazione potrebbe prender forma.
L’unico appiglio con la realtà rimane quella linea bianca a lato della strada, con la sua illusione di definita certezza, finché non ci si accorge che anche lei non fa altro che ripetersi, sempre uguale…
E’ un cerchio o una spirale?
Comincerei a credere se stessi per sanguinare.
Cieli sottili, l’uomo incatena le proprie mani alzate.
Caricami su bionda
Caricami su dolcezza
Una fede bionda oltre oltre oltre
Senza ritorno, senza ritorno.
Sono folle
folle è il mio amore.
Sono guasto giù giù in fondo
Così caricami su dolcezza
E la pioggia comincia
È l’uomo angelo
Sono pazzo.
Portami portami portami dolcezza
L’artiglio della vita e il pugno dell’amore
Sopra la tua testa
Grande affare
Sii veramente folle,
prima che noi vacilliamo...”
D. Bowie – I’m Deranged
(Lost Highways opening)
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