Albe cristalline salutano un pallido sole nascente, che debolmente allunga i suoi raggi senza più calore sulla terra assopita sotto una candida veste di brina.
La vita riprende il suo corso con incedere lento, accompagnata dalle rigide folate di un vento gelido, giunte a dissipare la fine coltre di nebbia che sembrava voler rivestire il mondo di sembianze incantate.
Non c’è orizzonte, né inizio né fine, solo il lungo sonno invernale.
“Garden, still and cold
Leaves once green turned to gold
Wrapped in fields, eternal sky
I bid farewell, I die...
Birds of the night, sing my songs
Ocean of tears, leads so long
Solitude of my spirit, I am free
Now I am dead forever
Storms of sadness cleanse my wings
I dwell in grief after I die
The landscapes so below
I harken up, the Sunset choir
Sings from the palace of frost
The place where I shall dwell now
The palace for the lost.”
Katatonia – Palace of Frost
- Nero come la notte, bianco come la neve, l’inverno è monocromatico, e ci rende tali. –
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