Lei è la più oscura.
Come un uccello l’ ho guardata dalla mia fredda torre nei paradisi.
E quando cadde dal nord, io volai giù e l’ abbracciai.
La portai dove la neve cade per sempre, lei mi mostrò i boschi stregati,
insieme ci unimmo nel palazzo di quercia, liberi da entrambe: la morte e la vita.
Il fuoco arse nei suoi occhi un giorno, e prese l’ anima dal mio petto.
Con cuore sanguinante volai addietro alla mia torre
per non fuggire mai, e giacere in una pozza di morte per sempre.
(Agalloch – She Painted Fire Accross the Skyline )
Ho pena delle stelle
che brillano da tanto tempo,
da tanto tempo...
Ho pena delle stelle.
Non ci sarà una stanchezza
delle cose,
di tutte le cose,
come delle gambe o di un braccio?
Una stanchezza di esistere,
di essere,
solo di essere,
l’essere triste lume o un sorriso...
Non ci sarà dunque,
per le cose che sono,
non la morte, bensì
un’altra specie di fine,
o una grande ragione:
qualcosa così, come un perdono?"
- F. Pessoa -
Nessun commento:
Posta un commento