~ ..la Volpe Funambola ammazzaprincipi.. ~
~ Fragile ~

"...Sometimes it feels it would be easier to fall
than to flutter in the air with these wings so weak and torn..."

Original Blog -> Nepenthe


- EviLfloWeR -

* photos on flickr *
Lunacy 2 - Lunacy 3 - Lunacy 4
Lunacy 5 - Lunacy 6 - Lunacy 7 - Lunacy 8
Lunacy Ph

"Do asilo dentro di me come a un nemico che temo d’offendere,
un cuore eccessivamente spontaneo
che sente tutto ciò che sogno come se fosse reale;
che accompagna col piede la melodia
delle canzoni che il mio pensiero canta,
tristi canzoni, come le strade strette quando piove.
"

- F. Pessoa -

~ REMEDY LANE ~

- We’re going nowhere...All the way to nowhere –



"Forse sono l’uomo con le leggendarie quattro mani
Per toccare, per curare, implorare e strangolare.
Ma io non so chi sono,
e tu ancora non sai chi sono..."

F. R.

venerdì 24 giugno 2011

Ricordi di febbre tifoidea

Friday, August 29, 2008 - ore 14:46



“Principe dei sogni misteriosi, paesaggista delle acque sotterranee
e dei deserti sconvolti dalla lava.
Il sottile litografo del dolore, il negromante della matita.”



(Redon – il sogno)


Il nero è un agente dello spirito. Il nero è il colore più essenziale.


Il nero è mobile, ambiguo, doppio come le esperienze primarie della nascita e della morte; contiene il nulla ma anche il seme della metamorfosi; è immagine del caos originario ma anche la cornucopia del divenire. A volte caldo e avvolgente come un ventre o un respiro, altre volte misteriosamente luminoso come un mantello notturno, o invece desertificato e freddo come un muro di quiete che non concede nulla alla relatività dell’esistere.

Davanti al nero si è nudi, isolati, perché impone un confronto diretto con una forza che si pone fuori dal tempo e dallo spazio, una forza che riunisce in sé contraddizioni inconciliabili e intensifica le intuizioni elementari. Spazio della paura, del mistero, della liberazione: nel nero c’è molto da vedere.



(Redon – Visione)


L’orribile fiore di ignomia e sofferenza che sboccia dalle acque intenebrate dell’inconscio suggerisce che la vocazione estetica rende l’artista eletto ed escluso al tempo stesso, senza donargli poteri salvifici, solo una maschera solitaria che si dondola in una pantomima sublime sul bordo dell’abisso dove la sua immaginazione ha le radici, e che rivela con una chiarezza di cui nessuno potrà mai parlare tutti i tragici errori della comune esistenza.
( E. Di Stefano )



(Redon – l’armatura)


Il nero mi ha lasciato esausto.
Penso che quel colore sgorghi dalle profondità del nostro essere.

Nessun commento: