e dei deserti sconvolti dalla lava.
Il sottile litografo del dolore, il negromante della matita.”
(Redon – il sogno)
Davanti al nero si è nudi, isolati, perché impone un confronto diretto con una forza che si pone fuori dal tempo e dallo spazio, una forza che riunisce in sé contraddizioni inconciliabili e intensifica le intuizioni elementari. Spazio della paura, del mistero, della liberazione: nel nero c’è molto da vedere.
(Redon – Visione)
L’orribile fiore di ignomia e sofferenza che sboccia dalle acque intenebrate dell’inconscio suggerisce che la vocazione estetica rende l’artista eletto ed escluso al tempo stesso, senza donargli poteri salvifici, solo una maschera solitaria che si dondola in una pantomima sublime sul bordo dell’abisso dove la sua immaginazione ha le radici, e che rivela con una chiarezza di cui nessuno potrà mai parlare tutti i tragici errori della comune esistenza.
( E. Di Stefano )
(Redon – l’armatura)
Penso che quel colore sgorghi dalle profondità del nostro essere.
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